Parole spirituali

Perché sono ortodosso?...!? Testimonianza din Pietro De Montis

Per chi, come me, viene dal Cattolicesimo Romano – vissuto, sin da bambino, a stretto contatto con le Gerarchie della Chiesa di Roma ed al servizio attivo della Cattedrale della mia città, Modena – la scoperta della Bellezza, con la maiuscola, offerta dal Cristianesimo Ortodosso assume i toni di una vera e propria Rivelazione.

Quando il nostro Parroco, Padre Constantin Totolici, mi ha proposto di scrivere poche righe per descrivere il mio cammino verso l’Ortodossia Cristiana, mi sono sentito onorato ma allo stesso tempo carico di enorme responsabilità: è difficile, infatti, trasmettere a parole – senza omettere nulla e con la speranza di rendervi partecipi della mia gioia - il frutto di un lungo travaglio interiore, durato cinque anni (ma iniziato molto prima). Per chi, come me, viene dal Cattolicesimo Romano – vissuto, sin da bambino, a stretto contatto con le Gerarchie della Chiesa di Roma ed al servizio attivo della Cattedrale della mia città, Modena – la scoperta della Bellezza, con la maiuscola, offerta dal Cristianesimo Ortodosso assume i toni di una vera e propria Rivelazione. 

Non si tratta, quindi, di una conversione bizzarra ed improvvisa, frutto di incontri casuali o di “capricci” del momento, ma di un vero e proprio percorso – svolto sotto lo sguardo attento di Padre Constantin, che poi sarebbe diventato Padrino di mia figlia e del sottoscritto e grazie alla presenza discreta e preziosa di Preoteasa Anca e della loro figlia Teodora – reso possibile dalla lettura di testi Teologici dei maggiori e più apprezzati autori Romeni (ed Ortodossi in generale) e dalla presenza assidua alla Divina Liturgia della Domenica. 

Così come ho affidato a Dio, alla Sua sapiente guida, la mia vita nell’Ortodossia – secondo un sentire diverso e talvolta opposto rispetto al Cattolicesimo Romano, che invece predilige una forma più “giuridica” e razionale nel rapporto con il Divino – allo stesso modo lascio sia Lui ad ispirare queste righe, con la speranza di riuscire nel mio intento: abbracciarvi tutti, come fratelli in Cristo.

Ebbene, il primo contatto con l’Ortodossia avvenne grazie all’arrivo nella mia vita della donna Romena che sarebbe poi diventata mia moglie e madre di nostra figlia Alexandra Maria, capace di introdurmi a poco a poco nel mistero dell’antica tradizione della Chiesa delle origini: fu lei la “causa”, possiamo dire, del primo contatto con il Padre e tutto ciò che ne è seguito risulta essere solamente una conseguenza, certamente non casuale ma dettata – nei tempi e nelle circostanze – da una “regia celeste”. 

Non posso abusare troppo della pazienza dei lettori e pertanto eviterò di dilungarmi nel raccontare il mio vissuto personale, fatto di lutti e malattie (alcune delle quali potenzialmente mortali, come il Cancro), sebbene risulterebbe importante per comprendere pienamente quella “regia celeste” alla quale accennavo e che ha mosso i primi passi molto indietro nel tempo, quando ancora l’approdo nell’Ortodossia non era nemmeno nei pensieri, secondo la quale nulla è stato lasciato al caso. Mi sono, infatti, sempre sentito accompagnato per mano – oggi come ieri, nella mia vita – da una Presenza costante e discreta, anche quando i miei numerosi limiti sembravano nasconderla o impedirmi di intuirne l’azione negli abissi della sofferenza nella quale mi sono trovato. Eppure, Lui era sempre lì ad un passo …

Se dovessi riassumere in un’efficace immagine la realtà spirituale per la quale vorrei la mia vita fosse spesa interamente in lode perenne e ringraziamento a Dio, non potrei evitare di citare San Gregorio Palamas e la “divinizzazione” del credente, attraverso le energie increate – presenti nei Divini Misteri – che rendono possibile agli uomini assumere un riflesso, sebbene pari ad una piccola scintilla, della Bellezza Divina e della Sua perfezione. Proprio questa consapevolezza muove la mia quotidiana ricerca di Dio, che ha trovato – finalmente – nell’Ortodossia un’espressione piena e completa, potendo attingere alla bellezza della Tradizione della Chiesa primitiva, ripudiando ogni forma di “adattamento” al mondo e alla maestosa e potente relazione che è possibile instaurare con le Tre Persone della Santissima Trinità, con la Madre di Dio e con tutti i Santi, anche attraverso le sante icone.

"Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2, 20) mi capita sempre più spesso di dire a me stesso, con intima e immensa gioia, mai provata prima – con altrettanta chiarezza - nonostante non abbia mai smesso di vivere una vita Cristiana anche nella mia vita passata, da Cattolico Romano.

Sono tuttavia sicuro che questa mia decisione - culminata con la conversione e la cerimonia di ingresso nella Chiesa Ortodossa il 21 Aprile 2025, giorno della morte di Papa Francesco (dal quale mi aveva separato nel tempo una opposta sensibilità Cristiana, in relazione a scelte che ho giudicato errate e pericolosamente distanti dalla Tradizione, sia pure apprezzandone alcune azioni e scritti) – non sia stata compresa dai miei affetti più cari, dalla mia famiglia di origine, dagli amici (tra i quali alcuni sacerdoti Cattolici Romani) e da tante persone che in passato mi hanno visto servire sugli altari della Cattedrale di Modena.

Basti pensare allo stupore nel prendere consapevolezza della loro assenza nel momento in cui venivo accolto nella Chiesa Ortodossa, ad eccezione di mia moglie e mia figlia: nessun altro era accanto a me, mentre andavo incontro al Signore. 

In fondo, è giusto cosi. Al momento della Sua chiamata, al termine della vita terrena, sarò solo e non avrò accanto altri se non il mio passato, la Madre di Dio e l’Angelo custode, che spero possano aiutarmi a testimoniare in Giudizio – nonostante i miei errori – della continua ricerca di Lui, in una vita certo più facile di altre ma nella quale non mi è stata risparmiata la prova.

Del resto, anche nella nuova comunità Ortodossa probabilmente ancora “pesa” il mio essere Italiano – ritengo per demerito dei miei connazionali, spesso ingrati e ingiusti con chi sceglie il mio Paese per vivere e completamente privi di sensibilità spirituale verso l’Oriente Cristiano – nel momento in cui talvolta si percepisce una certa diffidenza di fondo, quasi una “ritrosia” nell’accettare che un ex Cattolico Romano possa diligentemente, almeno così spero, vivere da Ortodosso e mostrare adeguate conoscenze Teologiche, nonostante la barriera della Lingua Romena.

Ad ogni modo, tutto sovrasta la Gioia – piena e incontenibile – che mi è dato vivere e che spero sia visibile a tutti coloro che avranno desiderio di scoprirla in me, nei miei scritti e nella mia amicizia.

Dal presente e dal futuro non attendo altro che poter vivere nella Casa del Signore per il tempo che mi sarà ancora concesso, attingendo continuamente ai grandi Doni che la Chiesa sapientemente ha previsto per i credenti e con la speranza che anche in Italia – dove le persone non conoscono e non apprezzano pienamente l’Ortodossia – possa nascere una nuova consapevolezza, come già accade in molte parti d’Europa e negli Stati Uniti, con numerose conversioni dal Cattolicesimo e dal Protestantesimo.

In fondo, sarebbe solo una riscoperta delle origini Ortodosse, tutt’ora visibili a Ravenna e nel Sud Italia, ma per fare questo sarebbe necessario avviare un massivo programma di comunicazione in lingua Italiana, capace di muovere le coscienze alla Luce della vera Fede.

Affido anche questo desiderio al Signore, al quale chiedo di avere pietà di me.

Vi ringrazio per questa opportunità che mi avete concesso.

Pietro De Montis
Modena, 11 Ottobre 2025

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